Olio ExtraVergine di Oliva e la regolamentazione Europea in materia di contraffazione

E’ di un paio di giorni fa la notizia allarmante che vede l’ex diva del punk italiano anni ’80 Jo Squillo alle prese, in un ristorante del Marais a Parigi, con un’oliera in cui era rinchiuso sfortunatamente un topolino.

La notizia, oltre a ricordare a tutti il simpatico cartone della Pixar “Ratatouille”, riporta alla memoria degli europei una questione ancora molto viva, quella della garanzia di qualità degli oli commercializzati nell’UE e del loro imbottigliamento.

Anche se in Italia il divieto di riempire le ampolle dei tavoli dei ristoranti con oli di diversa tipologia e qualità è già in vigore dal 2006, questo non avviene nel resto dell’Europa. Infatti proprio di recente, a maggio, l’UE ha respinto la regolamentazione del fenomeno del “rabbocco” delle oliere e, dunque, l’utilizzo nei ristoranti di bottigliette monouso e debitamente etichettate.

E’ quindi fondamentale per il compratore conoscere la provenienza e la qualità di ciò che consuma, soprattutto se si parla di prodotti alimentari. Poiché la qualità della vita dipende in proporzione dalla qualità dei prodotti di cui ci nutriamo, è essenziale e vitale soffermarsi sulle etichette e sulle diciture che danno valore ad un alimento.

La dicitura “biologico” riferita ad un olio extravergine d’oliva, specie se spremuto a freddo e, quindi, capace di mantenere le sue caratteristiche organolettiche durante tutto il processo di lavorazione, conferisce all’olio stesso la sicurezza di un prodotto controllato e certificato.

In un mercato in cui si fatica a fidarsi, l’Olio Lupo, marchiato biologico dal CCPB, garantisce qualità e salute ai suoi clienti.

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